ARMI

LE ARMI DEL KUNG FU
Quando si parla delle armi delle arti marziali il pensiero corre sicuramente alle spade dei samurai, le mitiche Katane, forgiate con cura e procedimenti quasi religiosi dai maestri spadai giapponesi; le armi cinesi invece hanno altre caratteristiche ed un’ottica diversa, un proverbio cinese dice “non si usa l’acciaio buono per fare i migliori chiodi e non si prende un uomo onesto per fare un buon soldato” questo ci fa comprendere l’etica completamente diversa del soldato cinese dal samurai, i cinesi sono un popolo rurale e le armi non sono mai state ben viste e sono state più volte messe fuori legge e tenute ad uso dei nobili, dell’esercito e della polizia. Forse è stato questo che ha promosso l’uso degli attrezzi agricoli come armi per la difesa dei propri beni e della propria persona. Le armi cinesi non sono state mai particolarmente belle, sono poche quelle che possono essere paragonate alle Katane (quelle originali), la caratteristica è stata casomai l’estrema varietà e la personalizzazione nelle forme e dimensioni, ogni classe sociale aveva le sue armi, il contadino la falce o il rastrello, il boscaiolo l’ascia, il pescatore il remo, il mendicante il bastone, il monaco buddista aveva una sorta di vanga (usata per seppellire i morti) o il Vajra (“in sanscrito “fulmine“) un piccolo scettro metallico usato per le funzioni religiose.. La spada era l’arma dei nobili e dei letterati . Ai giorni nostri un tipo pregiato di armi cinesi sono le spade Lungchuan, dette “spade delle sette stelle”, che hanno una forgiatura particolare fatta con l’acqua di un lago a cui storicamente si attribuiscono caratteristiche particolari che donano alle lame particolare elasticità e durezza. Un’altra caratteristica che differenzia le lame cinesi da quelle giapponesi è l’affilatura, infatti le Katane erano famose per il taglio molto preciso, i migliori spadaccini erano in grado di tagliare l’avversario in due; il concetto delle armi cinesi era molto più simile alla temutissima “daga” degli antichi romani, queste spade avevano il filo ma provocavano degli squarci, ed i feriti non riuscivano più a guarire andando in contro a morte per le infezioni che si verificavano. Questa considerazione permette di evidenziare che il concetto di combattimento “leale” che proviene dall’asia è in gran parte giapponese, per i cinesi, se ci doveva essere il combattimento, l’importante era rimanere in vita, con qualsiasi mezzo possibile e tanto più l’arma era “cattiva”, nel senso offensivo meglio era, basti pensare alle spade uncinate, che sono in grado di ferire da quasi tutte le angolazioni in cui entrano in contatto con il nemico.